Polemiche destinate a non finire sulla gestione del Comune di Como dell’intervento di FerrovieNord che ha portato all’introduzione del nuovo sistema di sicurezza che, in viale Lecco, ha più che raddoppiato i tempi di chiusura dei passaggi a livello.
Da sabato scorso, l’attesa davanti alle sbarre abbassate è infinita e le ripercussioni sul traffico sono pesanti e continue. Una situazione che forse si poteva evitare giocando d’anticipo e senza lasciar passare intere settimane a vuoto. FerrovieNord, come ripetuto dall’assessore ai Lavori pubblici Pierangelo Gervasoni, nel 2019 aveva effettivamente rassicurato Palazzo Cernezzi sul fatto che il nuovo sistema di sicurezza non avrebbe
comportato sensibili variazioni dei tempi di apertura e chiusura dei passaggi a livello.
Il 9 luglio scorso però, il Comune è stato sicuramente informato della reale entità del problema. Solo l’11 agosto però la notizia è stata diffusa e, soprattutto, Palazzo Cernezzi ha atteso ancora fino al 3 settembre per inviare una lettera a FerrovieNord.
Proprio da questo testo emerge che il Comune aveva ben chiaro il problema dal 9 luglio, giorno in cui in municipio si è tenuto un incontro relativo agli interventi previsti lungo la linea ferroviaria. Passano però quasi due mesi prima che da Palazzo Cernezzi parta la lettera con cui si evidenzia che “il parere favorevole alla richiesta di occupazione permanente di suolo pubblico lungo via Bertinelli e via Sauro, necessaria per permette l’installazione dei nuovi apparati, è stato espresso in considerazione di quanto attestato in merito alla contenuta variazione dei tempi di chiusura dei passaggi a livello. Essendo cambiate le condizioni alla base del parere, questo ufficio si riserva di rivalutare quanto già espresso”.
Un tentativo di reazione che arriva troppo tari. E l’8 settembre infatti il direttore generale di FerrovieNord, Enrico Bellavita, scrive al sindaco per confermare l’attivazione del sistema di sicurezza a partire dal 26 settembre. Diversamente, avvertiva Bellavita, sarebbe stata interrotta la circolazione ferroviaria nella tratta in questione. Evidentemente, non c’erano più margini di intervento.