Il verdetto di Legambiente sul pessimo stato di salute dell’aria di Como non stupisce Antonio Paddeu, medico pneumologo e responsabile della riabilitazione respiratoria all’ospedale Felice Villa di Mariano Comense, per il quale in questi anni a Como non è stato fatto nulla per evitarlo a discapito della salute delle persone. «Le auto sono sempre di più, ormai praticamente siamo a un mezzo per ogni abitante – prosegue Paddeu – il car sharing non è mai realmente partito, i treni non sempre funzionano a dovere e le infrastrutture spesso latitano».
Parole particolarmente attuali dato il caos viabilistico che imperversa proprio in questi giorni in città, tra il raddoppio dei tempi dei chiusura dei tempi di chiusura delle sbarre dei passaggi a livello, ei cantieri improvvisi che paralizzano il traffico. «Purtroppo -spiega Paddeu- si tratta di microparticelle che penetrano negli alveoli polmonari e chi ne paga le conseguenze peggiori sono i bambini che hanno le vie aeree meno sviluppate e sono inoltre più vicini al suolo e quindi all’altezza degli scarichi delle auto. Inoltre questi inquinanti sono dannosi per ogni organo, dal cuore, ovviamente ai polmoni e al cervello. Nuoce poi alle donne in gravidanza. A Como un ulteriore problema è poi dato dalla conformazione della Convalle che limita il passaggio dei venti e delle correnti», conclude Paddeu.
“Già alcuni anni fa, qui a Como, abbiamo realizzato e presentato uno studio pubblicato sul Journal of Cardiology che evidenziava come vi fosse una correlazione tra un incremento degli infarti al miocardio e di ictus in presenza di picchi di inquinamento – spiega Mario Guidotti, primario del reparto di neurologia dell’ospedale Valduce di Como – Si è poi visto che specialmente al mattino, quando secondo i dati Arpa si registrano picchi di inquinamento, vi era una crescita dei casi di infarto. Inoltre le micropolveri –spiega il primario- sono dannose anche a lungo termine perché provocano blocchi alla micro circolazione cerebrale”.