Entro fine anno, l’Italia e la Svizzera potrebbero raggiungere un’intesa riguardo alla fiscalità dei frontalieri italiani che lavorano in Canton Ticino.
Ieri, l’anticipazione a Bellinzona, da parte del consigliere federale Ignazio Cassis, oggi la conferma da parte del premier Giuseppe Conte al termine del colloquio a Palazzo Chigi con la presidente della Confederazione, Simonetta Sommaruga, comunicata attraverso una dichiarazione congiunta – «La pandemia ha mostrato quanto siano preziosi i lavoratori italiani in Svizzera e in particolare nel Ticino. Con la presidente Sommaruga –sottolinea Conte- abbiamo salutato con favore i progressi fatti dal ministero dell’Economia e la Svizzera per un negoziato sul trattamento fiscale dei lavoratori frontalieri: vogliamo un accordo quanto più possibile favorevole nel reciproco interesse e auspichiamo che possa essere raggiunto entro fine anno».
A tal proposito intervengo Angelo Orsenigo e Samuele Astuti, consiglieri della Regione Lombardia del Pd “Due sono le nostre condizioni: che gli attuali frontalieri mantengano la tassazione che hanno sempre avuto e che non cambi nulla sull’entità dei ristorni per i Comuni di frontiera”, spiegano i rappresentanti dem, che ribadiscono: “La nostra soddisfazione è per la ferma presa di posizione dei nostri esponenti che hanno posto come conditio sine qua non per la firma dell’accordo la salvaguardia del regime speciale attuale per il frontalierato e la certezza che i ristorni, come sono intesi oggi, non verranno messi in discussione. I nostri Comuni non devono assolutamente preoccuparsi di non avere più quella compensazione che gli spetta e che permette loro di garantire tutti i servizi”, precisano nella nota diffusa e concludono: “Ora possiamo dare subito avvio a un confronto con il territorio e con tutti coloro che sono coinvolti e interessati alle novità dell’accordo”.