Il Comune di Como sapeva dal 2018 dei nuovi sistemi di sicurezza che FerrovieNord avrebbe installato in viale Lecco. Il problema però non è mai stato affrontato, fino all’allarme lanciato nell’agosto scorso, al quale ancora una volta non è seguito alcun atto concreto. E la città si troverà alle prese con una viabilità al collasso, senza contare le ripercussioni sull’inquinamento e i rischi per i mezzi impegnati nei servizi di emergenza di restare bloccati nel traffico.
“Nel 2018 FerrovieNord ci aveva solo chiesto il terreno per installare i sistemi di sicurezza, ma ci aveva rassicurati sui tempi di chiusura delle sbarre – dice il sindaco, Mario Landriscina – Solo ad agosto abbiamo saputo del raddoppio dei tempi. Abbiamo subito messo al lavoro gli uffici competenti per cercare di studiare soluzioni per contenere i disagi>.
“Adesso cercheremo di puntare sulla cartellonistica per informare i cittadini sulla situazione dei passaggi a livello – aggiunge il sindaco – E valuteremo altre ipotesi, pur sapendo che tutte avrebbero controindicazioni. Si potrebbe dirottare il traffico sull’asse di viale Giulio Cesare ma questo non farebbe che spostare il problema>. Nessuna indicazione invece dall’assessore alla Viabilità Pierangelo Gervasoni, che si era detto pronto a ragionare sullo stop dei treni a Como Borghi ma al momento non ha dato alcuna indicazione concreta.
“Sono stati persi 45 giorni – ha attaccato il parlamentare lariano di Fratelli d’Italia Alessio Butti dopo la riunione al ministero – L’incontro non poteva produrre soluzioni diverse da quelle da me individuate e proposte a suo tempo. Se FerrovieNord avesse prodotto un sistema diverso, oggi non saremmo in questa scomoda posizione. E se avesse concordato con gli enti territoriali interessati le caratteristiche del sistema, avrebbe messo questi ultimi nella condizione di poter sollevare preventivamente qualche dubbio”.
L’assessore regionale ai Trasporti Claudia Terzi si limita a scaricare il barile. “Roma ha deciso così – dice – La Regione e il territorio hanno fatto il possibile per scongiurare i disagi e invocare una soluzione praticabile, ma non è servito”. “La Regione deve una spiegazione ai comaschi, presenterò un’interrogazione – ribatte il consigliere regionale del Partito Democratico Angelo Orsenigo – Alla città devono essere fornite soluzioni alternative”.