Effetto lockdown disastroso sull’export comasco, che dopo il calo registrato nel 2019, nel primo semestre 2020 segna un – 16,3%, dato peggiore sia della media regionale che di quella nazionale.
Nei primi sei mesi dell’anno, il territorio lariano, tra Como e Lecco, ha esportato merci per 4,3 miliardi di euro, mentre le importazioni sono ammontate a 2,5 miliardi. Il saldo della bilancia commerciale continua a essere positivo, anche se in significativo calo. È quanto emerge dal report realizzato dall’ufficio Studi e Statistica della Camera di Commercio.
A Como sia l’export che l’import evidenziano cali superiori ai 16 punti percentuali e anche le altre province lombarde registrano il segno meno con percentuali superiori ai 10 punti. Uniche eccezioni, Sondrio e Lodi (-1% e -7,8%).
Per quanto riguarda le esportazioni, a Como il settore più rilevante è quello dei prodotti tessili (21,7%), seguito dalla chimica-gomma (19,3%). Tutti i comparti mostrano difficoltà, a parte gli alimentari, la cui esportazione cresce dell’8,9%. I settori principali delle importazioni comasche sono quelli della chimica-gomma, in testa alla classifica, e del tessile. Anche in questo caso il solo settore degli alimentari mostra un incremento.
Nel primo semestre 2020 il principale mercato continentale di riferimento rimane quello europeo, seguito da quello asiatico e americano. I Paesi di destinazione dell’export sono in particolare Germania, Francia e Stati Uniti, quelli di riferimento per le importazioni sono Germania, Cina e Spagna.
“Come era prevedibile, a causa dell’emergenza Covid-19 si è verificato un significativo rallentamento dell’interscambio con l’estero. – commenta il presidente della Camera di Commercio di Como e Lecco, Marco Galimberti – Il saldo della bilancia commerciale risente dell’effetto-lockdown pur rimanendo positivo, a conferma della riconosciuta qualità delle produzioni ‘made by Lario’”.