Mahmoudhi Ridha, il 53enne tunisino accusato di aver accoltellato a morte don Roberto Malgesini, il sacerdote di 51 anni ucciso martedì mattina in piazza San Rocco, ha lasciato un dossier. Una sorta di raccolta di sentenze, convocazioni dal giudice e atti che lo riguardano: il documento è ora nelle mani della squadra mobile della Polizia di Como, che sta leggendo e valutando con attenzione quanto archiviato dal tunisino.
In base a quanto emerso fino ad ora, nelle pagine del dossier Ridha avrebbe ricostruito per filo e per segno gli estremi di quello che riteneva essere un complotto contro di lui, la convinzione che l’avrebbe portato ad accoltellare a morte l’incolpevole don Roberto.
In particolare, nel dossier sarebbero raccolti anche i nomi e i cognomi delle persone che lui riteneva essere coinvolte, oltre ovviamente gli atti delle sue vicende personali.
Nel frattempo, il tunisino è stato trasferito dal carcere del Bassone, dov’era stato portato martedì dopo l’accoltellamento di don Roberto.
E’ stato in isolamento, sia per ragioni legate alla prevenzione del contagio da coronavirus, sia per motivi di sicurezza, poiché don Roberto era molto conosciuto e amato all’interno del carcere, quindi si temevano aggressioni o ritorsioni da parte di altri detenuti.