Pallanuoto Como ha formalizzato il nuovo ricorso al Tar, il tribunale amministrativo della Lombardia, contro la decadenza dall’aggiudicazione del bando sulla piscina di viale Geno. L’impianto sportivo è al centro di un infinito braccio di ferro tra la società e la Como Nuoto, che si contendono la gestione della struttura.
“I punti trattati nel ricorso affrontano tutto l’iter della vicenda, dalla stesura del bando alle sentenze successive, che ci hanno visto sempre vincitori – sottolinea il presidente della Pallanuoto Giovanni Dato – In particolare, abbiamo sottolineato la disparità di trattamento mostrata costantemente nei nostri confronti”.
La disputa ruota in particolare attorno al punteggio previsto dal bando per gli atleti agonisti. “La clausola di decadenza non prevista dal bando è stata inserita nel provvedimento di aggiudicazione della concessione a Pallanuoto Como – dice Dato – Il Comune, avvalendosi di quella clausola, ha poi dichiarato decaduta Pallanuoto Como dalla concessione che è stata contestualmente aggiudicata a Como Nuoto senza però l’inserimento della medesima clausola. Pertanto, in mancanza della stessa, prevista per la sola Pallanuoto Como, le dichiarazioni rese in gara da Como Nuoto sul numero di tesserati che hanno svolto attività agonistica non sarebbero mai idonee a comportare la decadenza”.
“Pallanuoto Como invece – aggiunge Dato – ha subito la decadenza dell’aggiudicazione per dichiarazioni rese in gara sul medesimo elemento di valutazione, ossia il numero di tesserati che hanno svolto attività agonistica, considerate non corrispondenti a quanto dalla stessa dichiarato in gara”.
La battaglia legale è destinata a continuare. “Siamo decisi più che mai ad andare fino in fondo e a fare chiarezza su tutto quello che accaduto in questi anni per quanto riguarda il bando di viale Geno – conclude Giovanni Dato – A nostra tutela, e a tutela dei cittadini comaschi, che meritano un’amministrazione equidistante e trasparente”.