“Il Papa è qui con noi”. L’elemosiniere del Santo Padre, il cardinale Konrad Krajewski, ha celebrato con il vescovo di Como monsignor Oscar Cantoni la messa di suffragio di don Roberto Malgesini.
Il cardinale ha portato dal Vaticano i rosari del papa per i volontari e le persone che erano assistite dal sacerdote ucciso ma anche uno per il tunisino in carcere con l’accusa di averlo ucciso e uno per i genitori di don Roberto. “Ho portato i rosari per tutti i volontari e i bisognosi di don Roberto e anche per questo ragazzo sfortunato che sta in carcere – ha detto il cardinale – Chiedo alle autorità militari di portarlo a lui perché io non posso andare. Ho invece un rosario particolare di perla per i genitori di don Roberto, che non potevano venire qui. Vado io a portare loro il rosario e baciare le mani in nome del Santo Padre”.
“Caro don Oscar – ha detto ancora il cardinale al vescovo -sono sicuro che da te verranno tanti sacerdoti e laici che vorranno riprendere l’opera evangelica di don Roberto perché questa strada è il vero Vangelo in atto. Se per caso non si presenterà nessuno verrò io”.
L’elemosiniere del Papa ha parlato ancora del sacerdote ucciso: “Vi porto un saluto e un abbraccio fraterno del Santo Padre. Lui sta con noi, si unisce a noi nella preghiera. Appena è giunta la notizia in Vaticano della morte di don Roberto, il Santo Padre ha ripreso le parole del vostro vescovo, uscite dal cuore del buon pastore e ha detto rendo lode a Dio per la testimonianza cioè per il martirio di Don Roberto”. “Papa Francesco si unisce al dolore e alla preghiera dei familiari di don Roberto, bacia le loro mani e si unisce ai fedeli della parrocchia ai fratelli bisognosi che ha servito con tutto il cuore fino all’ultima mattina e a tutta la comunità comasca”.
“Don Roberto è morto, quindi vive – ha scandito il cardinale – L’amore non muore mai neppure con la morte. La pagina del vangelo che don Roberto ci ricorda oggi, la pagina che non si può strappare mai ci ricorda: Non c’è amore più grande di questo, dare la vita per i suoi amici. I poveri erano i suoi amici. Non si può essere cristiani fino in fondo se questa pagina non è fatta nostra. Perché questo è capitato a don Roberto e non a me e non a voi? Non lo so sono le strade del Signore. Lui nella sua vita ha incorporato la preghiera di Gesù, la semplice preghiera che noi diciamo ogni giorno, Padre nostro sia fatta la tua volontà non la mia. Sia santificato il tuo nome, non il mio. Venga il tuo regno, non il mio. Noi sacerdoti dobbiamo vivere il tuo Vangelo, diffondere la fragranza di Gesù dovunque andiamo. Servire i poveri per rappresentare Gesù stesso”.