Trasferimento in un carcere diverso da quello di Como per Mahmoudhi Ridha, il 53enne tunisino accusato di aver accoltellato a morte don Roberto Malgesini, il sacerdote di 51 anni ucciso martedì mattina in piazza San Rocco.
Dal momento dell’arresto, il presunto omicida è in isolamento al Bassone, una decisione dettata dalle regole per l’emergenza sanitaria ma presa anche per evitare possibili ritorsioni degli altri detenuti. Don Roberto infatti, tra le tante attività al servizio di persone in difficoltà ed emarginate svolgeva la sua missione anche in carcere, dove era apprezzato e stimato. Già in queste ore dunque, il tunisino accusato di averlo ucciso sarà spostato in un penitenziario diverso, probabilmente comunque in Lombardia.
Dopo l’interrogatorio di ieri davanti al giudice delle indagini preliminari Laura De Gregorio intanto, non sarebbe stata presentata alcuna richiesta per un’eventuale perizia psichiatrica.
L’istanza potrebbe essere presentata probabilmente più avanti, dopo ulteriori valutazioni sulla situazione dell’indagato, anche alla luce delle tante anomalie dei suoi comportamenti e soprattutto della decisione di cambiare versione sui drammatici minuti dell’aggressione a don Roberto nell’arco di poche ore.
Se dopo l’omicidio infatti Mahmoudhi è andato direttamente dai carabinieri dicendo di aver accoltellato don Roberto e quasi rivendicando l’omicidio, durante l’interrogatorio in carcere ha parlato in modo molto diverso, attribuendo la colpa del delitto ai responsabili del fantomatico complotto per allontanarlo dall’Italia del quale si crede vittima. La difesa, con l’avvocato d’ufficio Davide Giudici, e anche la stessa procura potrebbero valutare in un secondo momento un’eventuale istanza per un’analisi delle condizioni mentali del tunisino.
L’inchiesta è coordinata dal magistrato Massimo Astori. L’accusa, per il tunisino è omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione. Secondo il primo responso dell’autopsia, fatale per il sacerdote sarebbe stata la coltellata al petto, mentre don Roberto provava ad allontanarsi dopo aver subito i primi colpi al collo e a un braccio.