Mahmoudi Ridha, il 53enne tunisino arrestato per l’omicidio di don Roberto Malgesini, ha risposto in carcere alle domande del giudice per le indagini preliminari Laura De Gregorio.
L’uomo avrebbe ribadito che la causa di quanto accaduto è da ricercare in un presunto complotto che sarebbe stato ordito ai suoi danni per allontanarlo dall’Italia. Non avrebbe tuttavia risposto in modo preciso e dettagliato come invece aveva fatto martedì pomeriggio, dopo che – al mattino – aveva camminato, ancora sporco di sangue, fino alla caserma dei carabinieri di Como.
Resta in carcere in isolamento, per precauzioni legate al Covid ma anche per motivi di sicurezza, perché don Roberto era molto conosciuto e amato in carcere, e si temono vendette o ripercussioni sul tunisino da parte di altri detenuti.
Nel frattempo, il medico legale ha eseguito l’autopsia sul corpo del sacerdote ucciso. Dall’esame è emerso che la coltellata fatale sarebbe stata quella inferta al petto, e non alla gola, come era stato ipotizzato in un primo momento.
Essere troppo buoni si fa la figura dei c…..i : questo senza essere razzisti ma SOLO CON I PIEDI A TERRA.DOMANDO SOLAMENTE A CHI “PONTIFICA”ACCUSANDO PER PROPAGANDA CHI NON SI UNIFORMA AL LORO PENSIERO UNICO : siete disposti a adottare un irregolare? provvedere economicamente e ospitarlo in casa propria non sine die ma solo per un mese ? RITENGO che una risposta secca SI-NO senza DISTINGUO,ma coerente con il loro pensiero unico,sia doverosa! GRAZIE