Nonostante l’Istituto Superiore di Sanità abbia dato il via libera alle visite dei parenti nella Rsa, quelle lombarde restano off limits e oltre 60mila anziani si trovano così ancora lontani dai propri familiari. La Giunta lombarda – come denuncia la Cisl – avrebbe scaricato tutte le responsabilità sulle direzioni sanitarie delle Rsa, che nella maggioranza dei casi applicano ancora regole ferree, limitando le visite dei parenti a pochi minuti, separati da un vetro.
Alcune strutture avrebbero aperto sotto la propria responsabilità all’inizio di giugno, ma quando poi i contagi sono tornati a salire hanno deciso di chiudere nuovamente. Gli anziani sarebbero dunque precipitati in un lockdown senza fine. I sindacati chiedono alla Regione Lombardia di affrontare la situazione e convocare l’Osservatorio Rsa per approntare un “piano Marshall” e una riforma complessiva di tutto il sistema.
La stretta sulle visite non è l’unico problema: le condizioni di accesso spingono infatti sempre più famiglie a sospendere o rimandare l’ingresso dei propri familiari nelle strutture. Per i primi quindici giorni nessun parente può vedere il padre o la madre, e nel caso ci fosse un tampone positivo, i tempi si allungherebbero di molto. Per questo, anche chi si trovava negli ultimi posti delle liste di attesa è stato chiamato in tempi rapidi. Una situazione che si ripercuote sulla tenuta economica della case di riposo lombarde, dove per un migliaio di lavoratori era già scattata nei mesi scorsi la cassa integrazione.