E’ in isolamento nel carcere del Bassone Mahmoudi Ridha, il tunisino di 53 anni che ha confessato di aver accoltellato a morte don Roberto Malgesini. Accusato di omicidio volontario, è in attea dell’interrogatorio di convalida, fissato per le 9.30 di domani mattina davanti al giudice Laura Di Gregorio. Assistito dall’avvocato d’ufficio Davide Giudici, come già avvenuto ieri nel primo interrogatorio in Questura, potrà rispondere alle domande o decidere di avvalersi della facoltà di non rispondere. Il legale potrebbe valutare l’eventuale richiesta di perizia psichiatrica.
Mahmoudi dopo l’omicidio ha parlato di un complotto ordito contro di lui per rimandarlo in Tunisia. Un riferimento al provvedimento di espulsione, che doveva essere eseguito ad aprile e poi era stato sospeso per l’emergenza sanitaria. “Il movente, allo stato attuale delle indagini – ha spiegato il procuratore di Como Nicola Piacente – è esclusivamente riconducibile al convincimento del tunisino di essere vittima di un asserito complotto che ne avrebbe determinato il rimpatrio in Tunisia”. Nemmeno una parola di pentimento o di dispiacere, almeno stando alle prime informazioni. Il tunisino avrebbe anzi quasi rivendicato l’aggressione a don Roberto, che lui riteneva tra i responsabili del fantomatico complotto per rimpatriarlo. Proprio ieri, Mahmoudi era atteso dal giudice di pace per un’udienza legata proprio al provvedimento di espulsione a suo carico.
Al momento è stato escluso anche ogni eventuale, possibile legame con il terrorismo. “Non sono emersi allo stato coinvolgimenti dell’indagato in percorsi di radicalizzazione”, ha confermato Piacente.
Il magistrato che coordina l’inchiesta, Massimo Astori, ha affidato l’incarico per l’autopsia, che sarà eseguita al Sant’Anna dall’anatomopatologo Giovanni Scola. L’esame dovrebbe contribuire a chiarire la modalità dell’aggressione, il numero e l’ordine delle coltellate inferte a don Roberto con un grosso coltello da cucina. Fatale per il sacerdote sarebbe stato un colpo al collo. L’esame dovrà chiarire anche quanto tempo è trascorso tra l’aggressione e la morte del sacerdote. Don Roberto è stato soccorso rapidamente, ma purtroppo non è bastato a salvargli la vita.