“In provincia di Como ci sono 900 cattedre ancora scoperte, abbiamo docenti comaschi inspiegabilmente assegnati ad altre province, in alcune scuole non sono state fatte le visite mediche al personale. Il provveditore di Como è in pensione, ci sono diversi nuovi dirigenti scolastici. Sono arrivati i nuovi banchi, è vero, ma le classi sono sempre “pollaio” da 25 studenti e, ora inspiegabilmente pare si voglia togliere l’obbligo delle mascherine fino alle medie”. E’ un fiume in piena, Rosaria Maietta, della segreteria della Camera del Lavoro di Como e da anni referente provinciale della Cgil per chi lavora nel mondo della scuola.
Tutti i problemi verranno messi sul tavolo del prefetto di Como, Ignazio Coccia per un incontro richiesto dai sindacati e già convocato per la mattinata di mercoledì 9 settembre. Dalla Prefettura, ricordiamo, passeranno in quell’occasione anche le tematiche del trasporto pubblico verso le scuole cittadine, altra questione che non fa dormire sonni tranquilli.
“Riguardo le cattedre scoperte – spiega Maietta – i dati sono ancora ufficiosi e non si distinguono molto dal passato. Il problema è che sono riferite a un anno già complicato”. Le immissioni di ruolo hanno avuto una diversa procedura quest’anno. “Non in presenza e meno trasparente – commenta – Ci sono stati errori e assegnazioni incomprensibili che stiamo studiando. Docenti che hanno sempre lavorato in provincia di Como assegnati a Pavia, Sondrio, Bergamo e Brescia. Colleghi di Bergamo e Brescia assegnati qui”. Altro personale sta per essere chiamato con la procedura della “call veloce”. “Si tratta di contratti non tutelati in caso di lockdown – dice la sindacalista – mentre invece si è dimostrato come i docenti possano lavorare bene anche a distanza”.