Ingressi a scuola a orari scaglionati e parte della didattica a distanza: sono soluzioni che, secondo il governatore della Lombardia, saranno “necessarie”, alla luce di quanto deciso – o non deciso – fino ad ora.
“Dal Governo solo dubbi e incertezze – attacca Attilio Fontana – Sindaci, presidi, insegnanti e governatori attendono invece risposte concrete e attuabili. Non è più possibile andare oltre”.
Fontana punta il dito contro il governo, responsabile – a suo dire – di un “disordinato e inaccettabile avvio del nuovo anno scolastico”.
Due gli aspetti critici individuati dal governatore lombardo. Il primo legato all’immissione in ruolo dei docenti e la conseguente assegnazione delle supplenze: operazioni che, dice Fontana, non potranno concludersi il 14 settembre.
“La campagna sierologica per testare il personale della scuola – prosegue il presidente – dovrà essere estesa anche agli insegnanti precari a cui saranno assegnate le supplenze. Quindi, è evidente sin da oggi che tale procedura non si potrà concludere il 7 settembre con ciò che ne conseguirà in termini di presenza in classe degli stessi insegnanti”.
La seconda criticità è relativa ai trasporti. “Il Comitato Tecnico Scientifico – dice Fontana – dovrà ancora esprimersi sulle proposte delle Regioni di aumentare la possibilità di riempimento. Ribadiamo, ancora una volta, che con le regole attuali moltissimi studenti non potranno salire sui mezzi pubblici per raggiungere la scuola”. In provincia di Como è stato calcolato che, con le normative attuali anti contagio, i pullman potrebbero far salire solamente il 50% degli studenti.
“Appare dunque evidente – conclude il governatore – che, per quanto stiamo apprendendo in queste ore, sarà necessario un cambiamento del modello di organizzazione scolastica con scaglionamento degli orari di ingresso e di uscita combinato alla didattica a distanza”.