“Il lockdown, doveroso da un punto di vista sanitario, ha avuto, sotto il profilo economico, effetti analoghi a quelli di un evento bellico ma, ancora, non si vede il momento della ricostruzione”. Non usa giri di parole, Aram Manoukian, presidente di Confindustria Como, nel commentare i dati del primo semestre 2020 raccolti tra le imprese del territorio. Domanda, attività produttiva e fatturato sono in netto calo come emerso anche dalle cifre diffuse dalla Camera di Commercio nei giorni scorsi. Una diminuzione di oltre il 21% rispetto ai primi sei mesi del 2019. E un’importante frenata rispetto al semestre precedente.
Le produzioni, nello specifico, sono scese del 24,5% in un anno. Le aspettative degli imprenditori non sono certo rosee e non rivelano grande fiducia. L’export, che pure ha rappresentato quasi un terzo del fatturato tra gennaio e giugno 2020, ha evidenziato un rallentamento. Brusco stop anche del mercato interno.
Quasi il 60% delle aziende interpellate ha dichiarato di aver usufruito dalle misure previste a livello centrale della sospensione delle rate dei mutui e dei finanziamenti. Poco meno del 90% delle realtà ha indicato di aver fatto ricorso agli ammortizzatori sociali.
“È un tributo pesante quello che la nostra economia sta pagando alla pandemia – commenta ancora Manoukian – ed i dati del primo semestre raccolti tra le imprese comasche confermano ciò che era molto più di una sensazione. I mesi autunnali – aggiunge – sono un punto interrogativo tendente al negativo. È, quindi, indispensabile reagire con la medesima coesione che ci ha visto, durante i mesi più difficili dell’emergenza, divenire un vero e proprio esempio in ambito mondiale. Dobbiamo sostenere gli investimenti privati e pubblici, i consumi interni, stimolare la domanda estera attraverso creatività e innovazione. Insomma, – conclude il numero uno degli industriali comaschi – è fondamentale rimettere in moto il sistema economico bloccato da questo nemico subdolo e invisibile. Ma perché accada è indispensabile generare fiducia ad ogni livello. Dal Governo all’impresa, dal sistema bancario alle famiglie”.