Il 3 per cento dei comaschi è entrato in contatto con il Covid-19. È quanto emerge dai primi risultati dell’indagine di sieroprevalenza condotta da Istat e ministero della Salute con il supporto della Croce Rossa Italiana, necessaria a comprendere quanto il virus sia circolato in questi mesi. A livello nazionale, sono quasi 1 milione e mezzo i cittadini contagiati, sei volte in più di quelli ai quali l’infezione è stata diagnosticata attraverso il tampone.
Le differenze territoriali sullo sviluppo degli anticorpi al SarsCov2 nella popolazione sono molto accentuate e la Lombardia, la Regione più colpita dalla pandemia, raggiunge il 7,5% di sieroprevalenza, 7 volte il valore rilevato nelle regioni a più bassa diffusione, in particolare quelle del Sud. La variabilità si registra anche a livello intraregionale: Bergamo, ad esempio, segna un 24% di cittadini contagiati, mentre Cremona ha un tasso del 19% e Lecco e Como del 3%. I lombardi rappresentano il 51% dei positivi agli anticorpi in Italia. Alla Lombardia per tasso di sieroprevalenza seguono la Valle d’Aosta (4%), Bolzano (3,3%), Trento (3,1%), la Liguria (3,1%) e il Piemonte (3%). Ultime in classifica Sardegna e Sicilia, con un tasso dello 0,3%. Significativo il dato sugli asintomatici, che rappresentano oltre il 27% dei contagiati.
Intanto, acquista rilevanza nazionale il caso delle 363 cartelle cliniche di pazienti deceduti nei mesi della pandemia sequestrate dai Nas di Milano in 17 Rsa e in un ospedale della provincia di Como. La notizia, emersa nei giorni scorsi, è stata rilanciata oggi dalle testate online dei principali quotidiani italiani. L’indagine è stata avviata dalla Procura di Como a seguito di 26 esposti da parte di familiari delle vittime e del personale sanitario. L’ipotesi di reato, a carico di ignoti, è quella di omicidio ed epidemia colposi.