Arrestato per reati di droga, evaso dai domiciliari, poi rintracciato in Svizzera e rinchiuso nel carcere di Como, un tunisino 47enne è stato espulso dall’Italia perché ritenuto vicino all’Islam radicale.
E’ uno dei tre soggetti radicalizzati allontanati dal Paese nelle scorse ore su provvedimento del ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, e dai prefetti competenti. Il primo espulso è un egiziano, imam dell’associazione culturale islamica “La Pace” di San Donà di Piave in provincia di Venezia. Il secondo è un tunisino domiciliato a Ravenna ed espulso dal prefetto di Bologna.
Il terzo è l’uomo allontanato dai confini italiani dal prefetto di Como. Il tunisino è stato rimpatriato dalla frontiera marittima di Genova. Era stato condannato per reati in materia di sostanze stupefacenti. Durante la detenzione, si legge nella nota del Viminale, era “divenuto fervente seguace di un ristretto di nazionalità algerina, espulso nel 2018 per la sua opera di proselitismo in chiave ultraradicale con esaltazione del jihad e del martirio”.
Il tunisino era evaso nel 2017 dai domiciliari a Brescia ed era stato rintracciato in Svizzera nell’ottobre del 2019 con false generalità. Era quindi stato portato nel carcere di Como, dove – scrive il Viminale – “è stato sottoposto ad attento monitoraggio carcerario per le sue esternazioni volte all’istigazione dell’odio razziale e interreligioso”. Monitoraggio al termine del quale, prefetto di Como e Viminale, hanno ritenuto opportuno espellere l’uomo dall’Italia.