La situazione occupazionale rilevata nel II trimestre e nel I semestre 2020 nelle province di Como e Lecco è drammatica: è quanto evidenzia lo studio della Uil del Lario su “Avviamenti e cessazioni al lavoro”. I dati di quest’anno vengono confrontati con lo stesso periodo del 2019. Enorme il calo degli avviamenti nel Comasco. Considerando il secondo trimestre dell’anno, che comprende il mese di aprile nel quale si era nel pieno del lockdown delle attività produttive, si registra una diminuzione del 69,8 per cento, con 10.558 assunzioni, rispetto alle quasi 18mila del 2019. Considerando invece il primo semestre, a Como gli avviamenti sono stati 25.506, con un calo del 40 per cento rispetto ai 35.721 dell’anno precedente.
Mentre i dati relativi alle cessazioni rilevano una diminuzione rispetto allo stesso periodo del 2019, un dato influenzato positivamente dal blocco dei licenziamenti. Tra aprile, maggio e giugno si sono registrate 12.131 cessazioni, che se confrontate con le 16.509 dell’anno scorso evidenziano un calo del 36,1 per cento. Calo che si riduce al 14,9 per cento se si considera l’intero primo semestre. Il saldo tra avviamenti e licenziamenti resta negativo sia nei primi tre mesi sia nei primi sei del 2020: a Como è pari rispettivamente a -1.573 e -155.
“I dati evidenziano una situazione difficile – commenta il segretario generale della Cst Uil del Lario, Salvatore Monteduro – Solo il blocco dei licenziamenti ha attenuato l’impatto impedendo l’incremento delle cessazioni dei rapporti a tempo indeterminato, ma nulla ha potuto sui tempi determinati. È essenziale – conclude – continuare con il blocco ed è altrettanto urgente mettere in atto politiche di investimento per la crescita e lo sviluppo del Paese per creare posti di lavoro”.