La lettera aperta di 11 big comaschi sullo stadio e sul futuro della cittadella razionalista ha riacceso il dibattito e fatto nascere anche qualche polemica politica.
«Può anche darsi che questo documento segni l’inizio, per qualcuno, di una campagna elettorale – dice Giampiero Ajani, Lega – Quando si propone un testo di così ampio respiro, che tocca uno dei nodi strategici della città, di fianco bisognerebbe mettere una relazione o un masterplan in cui si suggerisce una proposta di massima».
Franco Brenna, Insieme per Landriscina, sottolinea «da quando questa giunta si è insediata non si sentono che critiche. Condivido comunque buona parte del documento, il compendio a lago dev’essere conservato e possibilmente rimesso in ordine. C’è una memoria architettonica da valorizzare».
Enrico Cenetiempo, Forza Italia, attacca: «La convenzione di 12 anni in cambio di un manto sintetico sembra un po’ troppo. Il mio timore è che si sia presa una decisione cedendo di fronte alla contestazione dei tifosi, mentre nessuno ha preso in considerazione le contestazioni silenziose dei residenti, costretti da sempre a domeniche infernali quando il Como gioca in casa».
Una posizione diametralmente opposta a quella di Matteo Ferretti, Fratelli d’Italia, che afferma invece di sposare in pieno le «critiche dei tifosi: molti dei firmatari della lettera hanno avuto in passato la possibilità di fare qualcosa per la città ma non lo hanno fatto. Non hanno inciso come avrebbero potuto».
Più articolate e diverse tra loro le posizioni espresse dai gruppi di opposizione. Maurizio Traglio, Svolta Civica, spiega come «La lettera degli 11 comaschi rifletta il pensiero di una larga parte dei cittadini a cui stanno a cuore le sorti di Como. Non possiamo pensare che un manto erboso artificiale possa essere così determinante rispetto a scelte strategiche per la nostra città». Stefano Fanetti, Partito Democratico, precisa: «È impossibile pensare allo stadio fuori dalla convalle, il Sinigaglia è la storia di Como. Ciò che serve, piuttosto, è una visione politico-urbanistica di tutta l’area». Molto più netto il giudizio di Bruno Magatti, Civitas, che stronca il documento definendolo un «un vaniloquio». «Che il Sinigaglia e tutta l’area circostante debbano essere oggetto di un ripensamento è nei fatti, ma servono risorse». Fabio Aleotti, Movimento 5 Stelle, sottolinea la critica alla «concessione per 12 anni: fa capire quale sia il desiderio di progettazione dell’attuale giunta. Personalmente ho sempre sostenuto le posizioni espresse dagli 11 firmatari della lettera aperta».