La riapertura della piscina di Muggiò, se mai ci sarà, non potrà che essere temporanea. La struttura potrà essere messa a disposizione solo per pochi mesi. L’obiettivo dovrebbe essere quello di guadagnare del tempo per comprendere se il progetto Nessi e Majocchi o qualche altra operazione potrebbe andare a buon fine. Oltre non si potrà prolungare l’agonia di questo impianto se non a fronte di lavori ingenti che renderebbero l’intervento forse troppo impegnativo e antieconomico. Sembrerebbe essere questo il primo verdetto, inappellabile, emerso dalle verifiche in corso sull’impianto di Muggiò da parte di Como Servizi Urbani, la partecipata del Comune a cui è stato dato l’incarico, direttamente dal sindaco Mario Landriscina, di verificare la possibilità di una riapertura. La piscina è chiusa ormai da un anno e di recente la Federazione Italiana Nuoto, che ha sempre avuto una convenzione con Palazzo Cernezzi per utilizzare la vasca, si è definitivamente fatta da parte. Sembrerebbe, in attesa dell’ufficialità e in base alle prime indiscrezioni, che la vasca olimpionica sia ormai troppo vecchia e bisognosa di enormi lavori. Non in un settore specifico, bensì in ogni sua componente. Unico elemento non troppo vecchio e quindi da non toccare sarebbe l’impianto di filtraggio, che è stato rifatto negli ultimi anni. La situazione sembrerebbe dunque essere prossima al limite. Da qui la valutazione in corso: darsi da fare per “rattoppare” quanto può essere sistemato così da consentire un rientro parziale in vasca oppure prendere la decisione più drastica e mantenere l’impianto chiuso? L’idea al momento sembrerebbe essere quella di aprire a tempo.