Un drastico calo, meno 85% rispetto allo scorso anno, per il turismo in provincia di Como. Secondo i dati diffusi dalla Confcommercio la ripresa è lenta e incerta. Rispetto allo stesso mese del 2019 il consuntivo registra numeri preoccupanti.
Sono meno del 30% le strutture che sono riuscite ad aprire totalmente in giugno. I flussi dall’estero sono ancora paralizzati (meno 93,2%) ed anche quello interno è ben oltre la soglia di allarme (meno 67,2%).
Per gli stranieri, l’apertura delle frontiere interne all’area Schengen, a metà giugno, ha fatto sentire i propri effetti solo in minima parte, mentre resta il blocco di alcuni mercati strategici, tra i quali Stati Uniti, Russia, Cina, Australia e Brasile.
“Per gli italiani, il ritorno alla normalità prosegue a rallentatore” – fanno sapere dall’associazione di via Ballarini – “Molti hanno consumato le ferie durante il periodo di lockdown, tanti hanno visto il proprio reddito ridotto a causa della cassa integrazione o della contrazione dei consumi e dal blocco delle attività. Incidono anche la riduzione della capacità dei mezzi di trasporto, la cancellazione degli eventi e i timori di varia natura che comprensibilmente animano le persone”.
Inevitabili e pesanti le ripercussioni sul mercato del lavoro nel comparto dell’ospitalità, con molti posti di lavoro stagionali e temporanei persi o fortemente a rischio.