“Il peso dell’amministrazione di Como è risibile, il rapporto con il territorio di riferimento è sfumato nel tempo e la situazione non migliorerà. Meglio vendere le azioni”. Quella di Bruno Magatti, capogruppo di Civitas in consiglio comunale a Como, è un’altra voce critica nel dibattito, che tiene banco da giorni, sulle politiche tariffarie e di gestione di Acsm–Agam, la multiutility di Como e di Monza.
“Quando si è deciso di trasformarla in una Spa – precisa il consigliere – l’azienda è diventata un’altra cosa e per quanto sia comunque una partecipata del Comune, l’amministrazione non ha possibilità di incidere né sulle politiche industriali, né su quelle manageriali, né tantomeno su quelle di vendita”.
Nel confronto effettuato nei giorni scorsi, utilizzando il Portale Offerte di Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, è emerso che le tariffe non sono competitive.
“In sostanza – chiarisce Magatti dalle fila dell’opposizione – aziende di questo tipo seguono una logica di tipo commerciale e non territoriale”. Questione già sottolineata dalle associazioni dei consumatori e dagli artigiani di Cna del Lario e della Brianza. “Il ritorno a una municipalizzata mi sembra improbabile visto il mercato in che direzione sta andando, a questo punto – dice il capogruppo di Civitas – possiamo lasciare andare questa partecipazione e vendere le azioni. “All’epoca, quando fu costituita la Spa, l’operazione non si è, però, concretizzata in interventi utili sul territorio” aggiunge Magatti il quale sa bene anche dove indirizzare questi ricavi: “In progetti utili che Como attende da tempo come la riconversione energetica degli edifici comunali e – conclude – in investimenti in strutture sportive”.