“Il primo punto da chiarire riguarda il trasporto per gli studenti delle superiori, ma la grossa preoccupazione ad oggi è anche per le scuole dell’infanzia. Il distanziamento tra i più piccoli non può essere garantito e il personale esistente non basta”: i dubbi sul ritorno di ragazzi e bambini nelle aule, che riguardano in primis tanti genitori, vengono rilanciati dal dirigente dell’Ufficio scolastico Territoriale di Como, Roberto Proietto, che oggi ha partecipato a un incontro con i presidi degli istituti superiori lariani e con il presidente della Provincia, Fiorenzo Bongiasca, per fare il punto in vista di settembre. “Abbiamo chiesto una riunione con l’Agenzia dei Trasporti in ambito territoriale – spiega Proietto – È stato disposto il distanziamento di un metro in classe e lo scaglionamento degli ingressi degli studenti per non gravare sulle ore di punta. Le scuole sono disposte a organizzarsi, ma il trasporto è in grado di garantire un servizio adeguato? – chiede il dirigente – Il Setificio Paolo Carcano, ad esempio, ha un serio problema di mezzi: i suoi studenti arrivano da tutta la provincia di Como e oltre. È possibile far entrare alcuni ragazzi alle 8 e altri alle 10, ma le corse degli autobus sono garantite per coprire tutte le fasce? Ad oggi, le agenzie di trasporto hanno comunicato di riuscire a sostenere il 60 per cento di quanto offerto prima a livello di posti. E teniamo conto che prima i bus venivano sfruttati al 150 per cento, erano sempre sovraffollati”. Tema al centro dell’incontro di oggi, anche gli interventi necessari negli istituti comaschi per garantire le misure anti-Covid. “I lavori sono minimi – spiega il presidente della Provincia, Bongiasca – La maggior parte delle strutture ha spazi adeguati. Dalla prossima settimana abbiamo programmato incontri con l’ufficio tecnico in ogni scuola per capire le singole esigenze”. “Si tratta di interventi di piccola manutenzione, a parte in alcuni edifici storici, come il Volta di Como, già in sofferenza da tempo”, aggiunge il dirigente Proietto. E sulle modalità della didattica, “Le scuole terranno in considerazione come ultima ipotesi quella delle lezioni telematiche – conclude Proietto – Non è la scuola che noi vogliamo, perché non c’è il rapporto educativo che dovrebbe esserci”.