Scriveva Tomasi di Lampedusa nel Gattopardo: “Se vogliamo che tutto rimanga com’è, dobbiamo cambiare tutto”.
Una citazione perfetta per descrivere lo scoraggiante immobilismo che intrappola lo Stadio Sinigaglia e il quartiere circostante.
È cambiato tutto: giunta, sindaco, consiglio comunale, società sportiva. E tutto, al Sinigaglia, è rimasto esattamente com’è: un impianto vecchio e malandato, un monumento d’architettura sportiva rattoppato con un’ignobile curva in tubi Innocenti.
Il teatrino tra Comune di Como e società non fa altro che aumentare lo scoramento ed esasperare gli animi.
Il Comune dice che la società non ha presentato tutte le carte necessarie per rifare il campo. La società risponde, piccata, che il Comune ha dato risposte vaghe e tardive, e sta ostacolando l’investimento.
Ai comaschi, a dirla tutta, di chi è la colpa interessa il giusto. Anche perché è difficile immaginare di dividere buoni e cattivi, in questa storia. E’ invece chiara e lampante l’inconcludenza, fino a questo momento, del tandem Comune-Società, al netto degli annunci.
Un’inconcludenza fa arrabbiare soprattutto i tifosi, che tra Comune e società decidono di prendersela col Comune. E non in senso figurato: mercoledì sera protesteranno davanti al Municipio di Como, alle 19.45.
Una manifestazione della quale, per ora, non è arrivata alcuna comunicazione ufficiale in Questura, ma il cui annuncio sta già facendo il giro del web.