IL DIBATTITO POLITICO
“Quando Acsm era un’azienda comasca la partecipazione del Comune di Como aveva tutt’altro senso. Ora, invece, è parte di un colosso, una realtà enorme, e non sono più così convinto sia opportuno. Un comune non deve investire o fare speculazioni, non è il suo compito”.
A entrare nel dibattito su Acsm Agam, la ex municipalizzata comasca di luce e gas oggi parte di un colosso industriale vastissimo, è Fabio Aleotti, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle.
“Per combattere i giganti europei – specie francesi – dell’energia, le società devono strutturarsi e ingrandirsi, questa purtroppo è una necessità inevitabile – premette Aleotti – detto questo, quando Acsm era “solo” Acsm la partecipazione del Comune di Como aveva un senso, mentre la situazione di oggi è ben differente”.
È lo stesso dubbio avanzato dal consigliere Alessandro Rapinese, che nei giorni scorsi aveva detto che, a suo modo di vedere, il Comune di Como dovrebbe liberarsi subito dalle quote di Acsm Agam.
“Le amministrazioni comunali – dice ancora Aleotti – devono dare servizi, non devono fare business. Non è questo il loro compito. Non devono investire o speculare, perché ogni investimento ha inevitabilmente un rischio. Il privato può decidere di assumersi questi rischi, ma non il pubblico”.
UN MILIONE PER SETTE DIRIGENTI
Il dibattito politico, intanto, si intreccia con un approfondimento più interno alla realtà di Acsm Agam.
A inizio settimana avevamo rilevato sul Portale Offerte di Arera, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, che le tariffe per luce e gas dell’ex multiutility Acsm (che vende oggi a Como con il marchio Acel Energie) non sempre sono le più convenienti. Anzi, in realtà sono più care sia delle tariffe del mercato tutelato, sia del miglior concorrente. Tema sul quale sono intervenuti i rappresentanti dei consumatori.
L’approfondimento si è poi spostato sulla governance dell’azienda mista pubblico-privata.
L’ultima “relazione sulla politica in materia di remunerazione e sui compensi corrisposti”, approvata dal Consiglio di Amministrazione nella riunione del 16 marzo 2020 (i dati sono consultabili sul sito internet), parla di un corrispettivo complessivo annuo lordo pari a 575mila euro per l’intero board della società.
Nella stessa relazione, si scopre un altro interessante dato sul management: vengono identificati sette “dirigenti con responsabilità strategica”. Sette manager che “hanno percepito nel loro insieme, nel corso dell’esercizio 2019, una remunerazione complessiva, 1.098.487,47”. Una media di 157mila euro a dirigente.