Arrugginiti e ammalorati, in altre parole abbandonati, eppure ancora tristemente al loro posto, nonostante i ripetuti annunci da parte del Comune di Como.
All’occhio dei cittadini e dei turisti un’immagine di trascuratezza e degrado. Sono i “caramelloni” pubblicitari di piazza San Rocco e della zona Stadio.
Sono le strutture che un tempo avevano lo scopo di promuovere gli eventi.
A fine gennaio Palazzo Cernezzi, sollecitato ormai da mesi sul problema della loro rimozione o del loro restauro, aveva spiegato che in pochi giorni avrebbe preso una decisione su quale ditta avrebbe dovuto farsi carico di smantellarli. Ad oggi – cinque mesi dopo – nulla è cambiato e i “caramelloni” sono sempre, clamorosamente, negli stessi punti ancor più deteriorati dal maltempo e dagli atti vandalici.
“Avevamo fatto fare un preventivo per lo smaltimento poi con l’emergenza sanitaria ammetto che c’è stato un inevitabile rallentamento e non erano in cima alla lista delle priorità – ha detto l’assessore alla Cultura, Carola Gentilini – è chiaro che ci preme ora sbloccare questa situazione, giovedì ne parlerò anche in giunta con i colleghi”.
La questione è a cavallo tra due assessorati: Cultura, appunto, e Reti e Strade che fino a pochi giorni fa era guidato dal collega Vincenzo Bella (che poi si è dimesso). Insomma un’altra questione che si aggiunge alle tante in sospeso.
Bisogna capire se lo smaltimento va affidato a una o più aziende. L’incertezza riguarda l’affidamento degli interventi, cioè chi si deve occupare di rimuovere i due giganti di ferro e chi di portare via le basi in cemento.
Al momento, quindi, l’unico dato di fatto è che i “caramelloni” sono ancora lì e non sono certo un bel biglietto da visita per la città.
In tanti forse neppure ricordano la loro funzione oroginaria.
Come detto, avevano lo scopo di pubblicizzare gli eventi, la loro forma particolare vincolava, non poco, la cartellonistica, ma si notavano subito ed erano, in fondo, molto efficaci. Dopo la fine delle grandi mostre, sempre meno utilizzati, si sono via via spenti. Il progressivo abbandono, la ruggine e la mancata manutenzione hanno fatto il resto.
Che il primo cittadino abbia la decenza di porre fine alla sua discutibile carica.