“Fino a quando abuserete della nostra pazienza?”
E’ la domanda retorica – ma posta con toni comprensibilmente spazientiti – dai pendolari della linea ferroviaria Como-Lecco ai vertici della Regione Lombardia.
Una linea – spiega il comitato – “in cui storicamente lo Stato non ha mai creduto né investito, e che in passato è stata tenuta in vita dalla politica costruttiva e conservatrice della Lombardia”. Mentre ora, continuano i pendolari, il Pirellone vede questa linea come “un costo inutile”.
Dopo l’emergenza Covid, sottolinea il comitato, il servizio è stato letteralmente dimezzato. L’assessore regionale Claudia Maria Terzi imputava questo disservizio alla necessità del rispetto della fascia cosiddetta Ipo (Interruzioni Programmate da Orario), attraverso la quale la linea viene riservata a Rfi per interventi infrastrutturali.
I pendolari però portano una serie di elementi con i quali contestano motivazione e rilanciano: la riduzione, dicono, è dettata “solamente da una scelta politica di Regione Lombardia finalizzata ad alleggerire l’impegno finanziario su questa linea”.
E tornano per l’ennesima volta a chiedere il ripristino delle corse cancellate: “Serve il 100% del servizio sulla Como-Molteno-Lecco. Serve il ripristino integrale dell’orario ferroviario ora, perché servirà domani e ovunque, tutti i giorni”.