“Le linee guida del Tribunale di Como per la cosiddetta Fase 2 dopo l’emergenza sanitaria hanno paralizzato la giustizia civile”. Denuncia delle associazioni forensi comasche, che parlano di “ingiustificata e ingiustificabile disparità di regolamentazione del diritto di difesa dei cittadini in ambito civile rispetto a quello in ambito penale”.
“Le udienze civili sono state di fatto bloccate, salvo in alcune materie – attaccano i rappresentanti delle associazioni forensi – Per fare un esempio, a Como è oggi impossibile separarsi o divorziare consensualmente in tempi ragionevoli, utilizzando la forma dell’udienza in via telematica. Le udienze già fissate nello scorso mese di maggio sono state rinviate in autunno, quelle per separazioni e divorzi conflittuali addirittura al prossimo anno”.
“A Como – continuano gli avvocati – si sta assistendo alla negazione dell’accesso alla giustizia e quindi alla mancanza di tutela soprattutto dei soggetti più deboli e più bisognosi di aiuto. Le udienze che hanno subito la triste sorte del rinvio a data lontana sono soprattutto quelle in cui è prevista la comparizione personale delle parti, le cause che trattano le questioni più intime e delicate nell’ambito del diritto di famiglia”. Gli avvocati e operatori del diritto di Como dichiarano di essere “nell’impossibilità di dare concrete ed efficaci risposte a situazioni che richiedono interventi immediati o in tempi rispondenti alla giusta durata del processo” e si dicono pronti a rivolgersi alla Corte Costituzionale e alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo di Strasburgo.