Da una parte la protesta dei senzatetto arrivati stamattina in comune a Como per chiedere di non essere abbandonati, dall’altra le risposte dell’amministrazione. Il dato di partenza è la chiusura (annunciata nei giorni scorsi) a partire dall’8 giugno del dormitorio temporaneo organizzato al Cardinal Ferrari, ovvero gli spazi dell’ ”Emergenza Freddo” gestiti dalla Caritas. Stamani ad incontrare le tante persone arrivate a Palazzo Cernezzi, l’assessore alla Sicurezza, Elena Negretti, che ha spiegato di essere a lavoro per poter mantenere aperto lo spazio fino a fine agosto, ma senza la Caritas visto che lo stesso direttore, Roberto Bernasconi, ha ribadito di non riuscire ad andare avanti. “Ci dispiace – ha detto oggi – Non ce la facciamo più a proseguire. Abbiamo gestito un dormitorio invernale che ha assunto le caratteristiche di una casa di accoglienza con tutta la fatica anche della convivenza. Noi – conclude – da lunedì concludiamo il servizio”.
Viene però lasciato a disposizione il tendone (con arredi e attrezzature). “Prendiamo atto della decisione della Caritas e abbiamo già avviato i contatti con un altro ente per proseguire l’attività – spiega Negretti -. Ho parlato con il presidente della Fondazione Cardinal Ferrari, Angelo Palma, ha già dato la disponibilità all’utilizzo degli spazi fino a fine agosto e anche con la Croce Rossa che ci lascia i bagni”. “Il Comune – ribadisce l’assessore – chiede però che le regole vengano rispettate da tutti gli ospiti”.
Nella questione irrompe anche la politica. Da una parte la parlamentare della Lega, ed ex vicesindaco di Como, Alessandra Locatelli che su Facebook scrive: “Che vengano identificati tutti i partecipanti, e anche chi li ha accompagnati, chi ha fomentato e guidato una protesta inutile, inappropriata e non autorizzata, un insulto a tanti cittadini oggi in difficoltà e al lavoro serio di supporto e aiuto che in questi mesi il Comune ha attivato”.
Dall’altra la lettera di tre consiglieri comunali di opposizione: Patrizia Lissi (Pd), Ada Mantovani (Gruppo misto) e Barbara Minghetti (Svolta Civica) che tornano a chiedere di individuare una sede per un dormitorio permanente in città e una strategia a lungo termine per il reinserimento di queste persone in società.