“Ricorda un po’ un embargo, non si capisce la ratio della legge”, Giovanni Ciceri, presidente della Confcommercio di Como, commenta così la decisione elvetica di vietare l’ingresso in Italia dei cittadini svizzeri per fare acquisti.
“Per la città e la provincia, è un danno gravissimo, è necessario che si attivi la diplomazia”, aggiunge il rappresentante dei commercianti; proprio questi ultimi auspicavano nella riapertura delle frontiere per far ripartire l’economia di Como, già provata dal lockdown e dalla mancanza di turisti stranieri.
“Bisogna che ci spieghino perché non possono venire a fare acquisti da noi?” Si domanda ancora Ciceri: “Bisogna essere responsabili, c’è tanta confusione riguardo al coronavirus e questo non aiuta, ma rispettando le misure di distanziamento e l’uso della mascherina è possibile fare acquisti in assoluta tranquillità all’interno dei negozi. Non è assolutamente condivisibile questa decisione. -E conclude- Da parte nostra ci attiveremo per capire cosa stia succedendo, speriamo che gli svizzeri tornino sui loro passi”.
“Non mi sembra che in Italia ci sia una situazione diversa dalla Svizzera, mi sembra più una volontà di proteggere la loro economia e gli acquisti in casa loro” tuona Claudio Casartelli, presidente della Confesercenti comasca.
“Nei nostri mercati esiste una situazione di assoluta sicurezza, in tutta la nostra rete di distribuzione, dall’ingrosso fino al dettaglio, i protocolli per il contenimento del contagio sono osservati con grande attenzione; per noi non ci sono altre motivazioni che questa: mi sembra solo una forma di protezionismo verso i loro consumi. Ci auguriamo –termina Casartelli- che gli amici ticinesi conservino i loro acquisti per quando potranno venire in Italia.
Ipocriti fino al midollo. Minacciateli di non far più passare i frontalieri e caleranno subito le braghe. Il Ticino non potrebbe sopravvivere due giorni senza i vituperati “Tagliàn”.