Da mercoledì i cittadini elvetici potranno tornare a passeggiare sul lago di Como, o a fare la spesa nei supermercati della provincia, mentre gli italiani non potranno nemmeno andare a Lugano a fare quattro passi.
Dal 3 giugno infatti l’Italia riapre i suoi confini ai paesi dell’Unione Europea e dell’area Schengen, Svizzera compresa.
Da parte sua invece, la vicina Confederazione ha comunicato che dal 15 giugno ripristinerà l’accordo per la libera circolazione delle persone con Francia, Austria e Germania ma non con il Belpaese, che dovrà attendere, fino a quando non è dato sapere, infatti Berna non ha ancora fissato una data, ma si parlerebbe di luglio.
Una misura preventiva adottata dal Consiglio Federale in via precauzionale per arginare il rischio di diffusione del virus, che stride con gli oltre 60mila frontalieri rientrati al lavoro, che quotidianamente si muovono tra Lombardia e Canton Ticino.
“Al momento la situazione riguardo alla riapertura dei confini italiani è in attesa di una decisione della Confederazione, ma non sembra che il Governo sia propenso per un’apertura anticipata”, commenta il deputato ed ex-presidente del Gran Consiglio del Canton Ticino, Claudio Franscella.
Le autorità federali si riuniranno settimana prossima per ridiscutere la questione date anche le pressioni lombarde e italiane per la riapertura, ad oggi resta comunque difficile prevedere un cambio di rotta da parte della Confederazione Elvetica.
E i frontalieri non possono essere portatori di virus?