Un bilancio sistemato per continuare l’attività della casa da gioco anche quando il destino pareva ormai segnato.
Indagine sul fallimento del Casinò di Campione e relativo dissesto del Comune: un intero capitolo è dedicato al falso in bilancio, accusa contestata dalla Procura di Como agli ex dirigenti del Casinò di Campione d’Italia, con a capo l’ex amministratore delegato Carlo Pagan. Secondo i pubblici ministeri Pasquale Addesso e Antonia Pavan nei bilanci della casa da gioco negli anni dal 2015 al 2017, sarebbero state modificate «fittiziamente» delle voci per nascondere quanto avveniva. Come ad esempio indicare un valore di 22 milioni di euro alla voce «conferimento marchi» contro un valore effettivo ritenuto essere pari allo zero. Oppure raddoppiando il «valore dell’usufrutto dell’immobile del Municipio».
L’avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato alle parti nella giornata di lunedì.
Sono 19 i nominativi iscritti sul registro dei pm comaschi, compresi i due ex sindaci Roberto Salmoiraghi e Maria Rita Piccaluga. Sul fallimento del Casinò di Campione d’Italia (che ha poi trascinato nel baratro anche il Municipio) pende ancora la decisione della Corte di Cassazione. La sentenza del Tribunale di Como fu infatti annullata dalla Corte di Appello di Milano.