Il 4° rapporto Uil del Lario sulla cassa integrazione nel primo quadrimestre 2020 in provincia di Como, rileva lo shock economico e sociale causato dall’emergenza coronavirus.
I dati forniti dall’Inps sulla richiesta da parte delle aziende degli ammortizzatori sociali –carenti dei numeri riguardanti il FIS (fondo integrazione salariale)-, tracciano uno scenario a dir poco allarmante, che emerge –come sottolinea il sindacato- ancor più nel confronto con lo stesso periodo del 2019, con “l’esplosione della richiesta di ore nel mese di aprile, con il lockdown completo delle attività produttive”, che a Como sono schizzate a +1700%; con 80.484 lavoratori in cassa integrazione, su un totale di 265.883 occupati in provincia, secondo i valori Istat dello scorso anno.
Nel paragone tra il periodo “gennaio-aprile” 2020 e 2019, il ricorso al sussidio nel comasco segna +617%.
Tutti i settori hanno subito le conseguenze del blocco, l’edilizia ha raggiunto quota 1.881%; seguito dalla meccanica-metallurgia +943% e dall’industria: +643%.
Il quadro tracciato dal rapporto della Uil lariana, è preoccupante: “Sono a rischio numerosi posti di lavoro, che oggi possono godere degli ammortizzatori sociali, a tal proposito devono essere più celeri e meno burocratiche le procedure per la liquidazione dell’indennità ai lavoratori in cassa, -evidenzia la sigla sindacale-, bene l’intervento nel Decreto Rilancio di semplificare l’iter per il riconoscimento della misura in deroga ma non ancora sufficiente per una risposta risolutiva del problema complessivo. Bene anche –sottolinea- la proroga prevista al divieto ai licenziamenti per giustificato motivo oggettivo da parte delle aziende, ma non è sufficiente a dare una risposta allo tsunami che ci ha colpito, abbiamo bisogno di investimenti in infrastrutture e in servizi pubblici per rilanciare la domanda interna. Tutte le forze istituzionali, -conclude- devono contribuire con idee e progetti per dare una risposta immediata alla drammatica situazione che stiamo vivendo”.