“Regione Lombardia si chiarisca le idee sui test sierologici per il bene di tutti i lombardi” Inizia così la nota diffusa oggi dal consigliere regionale del Pd, il comasco Angelo Orsenigo che torna sugli esami del sangue che permettono di accertare se la persona è entrata in contatto con il Covid-19 e chiede chiarimenti.
Il riferimento è al via libera ai laboratori privati e alla possibilità per enti e aziende di programmare indagini a tappeto, ma solo nel rispetto di precise regole codificate dalla stessa giunta del Pirellone con un’apposita delibera.
“In questi giorni – aggiunge il consigliere Dem – Regione ha sostenuto l’inutilità dei test ai fini diagnostici. Ma se risulta positivo, Regione Lombardia obbliga il laboratorio che svolge l’analisi a segnalare il risultato all’ATS e il cittadino deve sottoporsi a proprie spese al tampone e restare in quarantena”.
“La volontà di fare un test è un’assunzione di responsabilità da parte dei cittadini” – continua Orsenigo – “Purtroppo il peso di questa contraddizione si riversa sulla pelle dei lombardi sui datori di lavoro che per svolgere l’attività in sicurezza pagano il test ai dipendenti, che però rischiano di dover ricominciare la quarantena fiduciaria fino all’esito del tampone. In sostanza – attacca Orsenigo – i cittadini e le imprese che si assumono la responsabilità della propria e altrui salute, sopperendo a una gravissima mancanza di Regione Lombardia, vengono puniti due volte, nella libertà e nella cassa contante”.
“Eppure – conclude Orsenigo – Regione Lombardia ha avuto settimane per decidere una politica chiara sui test sierologici. Come in altri momenti di questa emergenza sanitaria, ha fatto troppo poco e troppo tardi, creando una situazione di pericolosa confusione”.
Intanto lo stesso consigliere, dopo averli sollecitati, ha ricevuto anche i dati aggiornati dall’Ats Insubria rispetto ai test sierologici. Il periodo di riferimento va dal 29 aprile al 12 maggio sui territori di competenza e quindi Como e Varese. In totale ne sono stati eseguiti 1.363, di questi 842 tra gli operatori sanitari mentre 521 tra i cittadini “eleggibili” secondo i criteri individuati dalla Regione.