Con responsabilità e adeguatamente attrezzati oggi anche a Como hanno rialzato la serranda negozi, bar, ristoranti, parrucchieri ed estetisti. Non tutti, ma almeno la metà. In serata è stato possibile tracciare un primo bilancio parziale della ripartenza sul fronte del commercio.
«Ovviamente si tratta di dati che sono il frutto di contatti avuti con chi ha lavorato e chi ha riaperto fin da subito. Posso dire che il 50% dei negozianti ha deciso di alzare la saracinesca» ha spiegato Giovanni Ciceri, presidente di Confcommercio Como.
«L’obiettivo è ora quello di aumentare questo dato e raggiungere quota 70% di riaperture nei prossimi giorni per puntare poi nelle prossime settimane ad arrivare alla situazione pre Coronavirus. Non sarà facile – aggiunge Ciceri – anche perchè molti hanno subito danni pesanti dalla chiusura prolungata» ha concluso il presidente.
Riaprono anche i negozi di abbigliamento. «Alcuni colleghi hanno aperto subito, altri come il sottoscritto stanno ultimando gli ultimi dettagli. Ma siamo pronti e ovviamente abbiamo voglia di ricominciare» spiega Marco Cassina, di Federmoda di Confcommercio Como. Rispetto al decreto del premier Giuseppe Conte, l’ordinanza regionale introduce alcune ulteriori restrizioni. La misurazione della febbre è obbligatoria per il personale e per chi va al ristorante e raccomandata per gli altri clienti. «Quest’ulteriore puntualizzazione ha creato alcuni ritardi. Molti colleghi mi hanno infatti subito contattato per sapere dove poter recuperare i termometri ma al momento non se ne trovan – aggiunge Cassina – E questo sicuramente rappresenta un piccolo problema che però entro breve supereremo». I prossimi giorni dunque saranno decisivi per capire come la città reagirà a questa nuova fase.