Si cerca il cellulare di Alessandro Fino, il giovane 21 enne rimasto ucciso nella deflagrazione che ha polverizzato la villetta di famiglia ad Andrate, nel territorio comunale di Fino Mornasco. Da quanto risulta il giovane non aveva un computer e neppure una specifica preparazione in chimica. Pare dunque evidente che le strategie per confezionare ordigni esplosivi, possa averle apprese solo navigando su Internet, verosimilmente con il telefonino, unica apparecchiatura elettronica nella disponibilità del 21enne. Quel cellulare, tuttavia, non si trova. Potrebbe essere la “scatola nera” per comprendere l’incipit della tragedia. Gli inquirenti lo stanno cercando da giorni. E non è detto che possa essere recuperato. Le possibilità che il telefono possa essere stato distrutto dalla deflagrazione (oppure lanciato dal botto a centinaia di metri di distanza) non sono poche.
La speranza è che comunque, qualora venisse ritrovato, qualche dato possa essere estratto. In ogni caso, i carabinieri che stanno lavorando alla ricostruzione dell’esplosione, proveranno anche a estrarre informazioni dalla rete wi-fi della casa.
Un altro passaggio importante sarà poi l’ispezione della camera del giovane. Al momento artificieri e vigili del fuoco non sono ancora riusciti ad accedervi. Si trovava al primo piano della villetta, ma gran parte della struttura è crollata. Quindi bisognerà fare molta attenzione prima di salire.
Prosegue parallelamente anche la ricostruzione della dinamica dell’esplosione. Pare assodato che la reazione a catena sia partita dal seminterrato, probabilmente per motivi accidentali per poi passare al piano terra e al primo piano.
In questa indagine per nulla semplice c’è un ultimo elemento al vaglio: perché Alessandro non è uscito di casa. Da quanto ricostruito il giovane ha fatto in tempo a rendersi conto di quanto stava avvenendo, ha gridato al padre di scappare salvandogli la vita, poi però non l’ha seguito. Un altro punto di questa tragedia che deve essere chiarito.