Quindici persone distanziate tra i banchi, come previsto e imposto dalle restrizioni anti-contagio.
Ma senza l’emergenza sanitaria in corso, la chiesa di Civello (Villa Guardia) non sarebbe bastata per contenere oggi le tante persone che conoscevano e stimavano l’alpinista comasco Matteo Bernasconi, morto martedì a 38 anni tra le montagne della Valtellina dopo essere stato travolto da una valanga.
Perché Matteo – “il Berna”, per gli amici – era conosciuto e apprezzato da tutto il mondo della montagna. Era membro dei Ragni di Lecco, storico gruppo alpinistico. Negli anni, Bernasconi aveva seguito la sua passione più grande, fino a diventare – nel 2011 – guida alpina. Papà di una bimba di due anni, l’alpinista comasco era uscito per un’escursione in solitaria martedì. Secondo le prime ricostruzioni, è stato travolto da una valanga nel Canale della Malgina, nella zona del Pizzo del Diavolo, in Valtellina, in provincia di Sondrio. Il suo corpo era stato recuperato la mattina seguente dall’elicottero dei soccorritori.
Ciao riposa in pace mitico Berna. Stasera 18.30 si stappa in tuo onore.