16.600 tamponi fino ad ora effettuati dall’Ats Insubria tra le province di Como e Varese di cui poco più di 10.500 nelle Rsa, una percentuale molto bassa rispetto alla popolazione residente. Sono i numeri forniti oggi dall’Agenzia di Tutela della Salute ai sindacati in una nuova riunione a distanza con al centro proprio le residenze per anziani. Cgil, Cisl e Uil attendono nei prossimi giorni i dati aggiornati relativi ai contagi intanto è stato fatto il punto della situazione su come si sta procedendo durante la Fase 2.
Sorveglianza, diagnostica, tamponi e test sierologici i temi centrali.
“L’Ats sta lavorando a un ulteriore documento con le azioni principali da mettere in campo – ha spiegato Vincenzo Falanga, segretario generale della Uil Fpl del Lario – in primis, appunto, la sorveglianza per gestire sospetti covid o covid accertati, siano essi ospiti o dipendenti”. Il secondo tema è quello dei tamponi e dei test sierologici. “Abbiamo sollecitato il test per il personale più esposto anche in virtù dell’organizzazione interna dei reparti” aggiunge Falanga.
Quindi i dati sui tamponi svolti “16.600 dall’inizio dell’emergenza, di cui 10.526 nelle Rsa – hanno chiarito Falanga e il collega della Cgil di Como, Matteo Mandressi. Di fatto quindi, tolti gli esami nelle strutture per anziani ne restano circa 6mila tra gli abitanti dei due territori.
“Restano le criticità e le perplessità rispetto alle politiche generali, i tamponi sono stati pochi e si sono esclusi gli asintomatici, immaginare di contenere il contagio così non è sufficiente” ha aggiunto Mandressi. “Nelle Rsa – conclude – è evidente che qualcosa non ha funzionato sin dall’inizio”