Poco più di 600 tamponi al giorno nella settimana dal 4 al 10 maggio tra le province di Como e Varese, con una riduzione dei casi totali positivi e delle vittime e un picco dei guariti. L’Ats Insubria, dopo le polemiche per la mancanza di informazioni dettagliate sulla situazione del territorio ha diffuso un nuovo rapporto sulle attività delle scorse settimane.
Dal 4 al 10 maggio, l’Ats Insubria ha effettuato in totale 4.319 tamponi sull’intero territorio di competenza, che comprende Como e Varese. Di questi, poco più di 2mila ai pazienti in auto, in modalità drive-in, 81 a casa dei pazienti e poco più di 2.200 su ospiti e operatori delle residenze per anziani.
Nell’ultima settimana, rispetto alla precedente sono calati del 29% i casi totali, del 71% i nuovi positivi e dell’8,7% i pazienti che hanno perso la vita, mentre sono aumentati dell’87,5% i guariti. L’età media dei contagiati dall’inizio della pandemia è di 64,5 anni e l’età media dei deceduti di 80. Il tasso di mortalità per Covid-19, rapportato al numero di abitanti è di 0,65 ogni mille rispetto a 1,49 ogni mille della media della regione Lombardia.
La comunicazione dei dati non ha placato le polemiche. “Dire che il numero di tamponi fatti è basso è un eufemismo – attacca Angelo Orsenigo, consigliere regionale del Pd – Abbiamo già appurato 3 settimane fa che Como è fanalino di coda insieme a Varese tra le province lombarde per numero di tamponi effettuati. Abbiamo chiesto ad Ats chiarimenti e delle distinzioni molto più precise. Occorre sapere quante siano le persone effettivamente testate e i dati suddivisi per comune di residenza e per positivi e negativi”.