Una protesta simbolica, che si concretizzerà in una lettera al premier Giuseppe Conte. Oggi i sindaci della Valle Intelvi si sono schierati in fascia tricolore davanti al valico della Valmara, chiuso per l’emergenza coronavirus e non ancora riaperto, come è successo invece a partire da questa settimana con altri tre valichi comaschi. Una decisione che sta mettendo in difficoltà i 1.200 frontalieri della Valle, costretti ogni giorno a percorrere circa 30 chilometri per raggiungere le frontiere più vicine e recarsi al lavoro in Canton Ticino.
“La Valle ha sempre dato tanto alla Svizzera, così come ha ricevuto – ha detto il sindaco di Centro Valle Intelvi, Mario Pozzi – Da Questa dogana sono passati migliaia e migliaia di frontalieri. Ci troviamo in questa condizione dopo tre o quattro settimane dalla riapertura delle attività in Svizzera. Penso che chi ha deciso debba fare una riflessione”.
“I nostri frontalieri sono obbligati a sacrifici enormi per poter accedere al posto di lavoro – aggiunge il sindaco di Alta Valle Intelvi, Marcello Grandi – Ci auguriamo quantomeno, se non una riapertura totale, almeno una parziale negli orari di accesso e uscita dei lavoratori. Speriamo che il problema si risolva quanto prima”.
I sindaci rivolgeranno le loro richieste al governo. “Domani, in accordo con tutti i sindaci della Valle, – dice Ferruccio Rigola, sindaco di Schignano e presidente Comunità Montana Lario Intelvese – scriveremo una lettera per far presente questo problema al presidente Conte, al quale chiederemo anche di attivarsi presso la Confederazione svizzera per poter attuare lo stesso protocollo di salvaguardia e sicurezza nei due Paesi”.