Funziona e sarà presto in produzione il test rapido salivarein grado di rilevare, nell’arco di pochissimi minuti, la presenza del coronavirus: la sperimentazione del test ideato dai ricercatori dell’Insubria è terminata con successo. Si tratta di un nuovo strumento diagnostico che, nella fase 2 dell’emergenza, può essere strategico per la riapertura in sicurezza delle attività sociali e produttive, risultato di un lavoro di squadra dell’Università dell’Insubria e dell’Asst dei Sette Laghi. L’idea è di Lorenzo Azzi, ricercatore di Odontoiatria, e Mauro Fasano, professore di Biochimica. La sperimentazione è stata condotta nel laboratorio di Microbiologia diretto da Fausto Sessa all’Ospedale di Circolo di Varese, dove in poco più di due settimane, dal 16 aprile al 4 maggio, sono stati esaminati i campioni di saliva di 137 persone. Il principio di funzionamento è simile a quello del test di gravidanza. Su una piccola striscia di carta assorbente si applica qualche goccia di saliva diluita con una soluzione apposita e in un tempo che varia da tre a sei minuti si ottiene il risultato: se si forma una banda il soggetto è negativo, se si formano due bande è positivo. «Il test rapido è semplice e sicuro da usare – spiega Lorenzo Azzi – e consente di fare uno screening immediato di primo livello della popolazione. Lo scopo è identificare i soggetti positivi,soprattutto gli asintomatici portatori del virus». Siglato anche l’accordo con un’azienda di Reggio Emilia che produrrà e distribuirà il kit. «Dai dati che abbiamo raccolto la sensibilità del test è risultata alta, – spiega il professor Fasano – con margini di miglioramento già previsti per la prototipizzazione industriale. Speriamo – conclude il professore – che possa essere messo a disposizione anche dei medici di base».