Come preannunciato, la ripartenza per i frontalieri tornati al lavoro in Canton Ticino, è stata rallentata da lunghe code in dogana: restano infatti ancora chiusi numerosi valichi che congiungono la provincia di Como con il cantone di lingua italiana, nonostante gli accorati appelli di riapertura alzati dal mondo economico e politico.
Ad oggi tutto il traffico diretto in confederazione confluisce infatti nei pochi passaggi transitabili ed è ulteriormente rallentato dalle operazione di controllo disposte dalla Svizzera in merito al contenimento del contagio, che si vanno a sommare alle normali operazioni doganali.
Questa mattina lunghe code sono state segnalate in direzione di Ponte Chiasso, con il lungo serpentone di auto a passo d’uomo ad occupare l’intera via Bellinzona, con rallentamenti verso la frontiera registrati a chilometri di distanza, già in via Nino Bixio.
Inascoltate le richieste avanzate di concerto dai rappresentanti politici del territorio di riaprire i passaggi, la Svizzera ha di fatto reso nuovamente transitabili solo tre dogane tutte sul confine con la provincia di Varese. Restano chiusi nel comasco valichi importanti come quello di Maslianico e della Valmara, unico punto di collegamento tra Ticino e Valle Intelvi.
I frontalieri sono così costretti a confluire tutti nei pochi varchi aperti, allungando di diversi chilometri il percorso verso il luogo di lavoro e pur partendo all’alba, in molti sono arrivati in ritardo.
Una situazione di grande difficoltà che al momento non vede ancora una soluzione.