Il 21 febbraio è la data nella quale si fissa l’esplosione della pandemia di Covid-19 in Lombardia e successivamente in Italia.
Il “paziente uno” a Codogno, poi i primi casi, la trasformazione di parte del Lodigiano in zona rossa. Da quel momento in poi, il contagio è esploso.
Tuttavia è difficile pensare che prima di quella data il virus non circolasse. E ora, con il picco dell’emergenza alle spalle, si inizia a ragionare e a studiare il periodo precedente.
L’ha fatto oggi il Corriere della Sera, utilizzando i dati forniti dagli analisti della Regione Lombardia e arrivando a una conclusione: il virus circolava in Lombardia da fine gennaio, quasi un mese prima rispetto alla scoperta del primo caso.
Nell’approfondimento, firmato da Gianni Santucci, viene specificato che “nei 26 giorni precedenti alla scoperta del primo caso positivo a Codogno (21 febbraio), almeno 160 persone avevano già contratto il coronavirus tra Milano e provincia (su circa 1.200 in tutta la Lombardia)”.
Il dato viene ricavato tramite l’analisi della distribuzione della curva di inizio dei sintomi per i casi positivi.
È la fotografia di quello che viene chiamato “il mese oscuro”, quando la catena di contagi probabilmente era partita confondendosi con le complicanze dell’influenza.
Il 26 gennaio quindi secondo questa ricostruzione il virus già circolava in Lombardia. E solamente quattro giorni prima, il 22 gennaio, la città cinese di Whuan veniva messa in quarantena.