Mascherine sdoganate perché ufficialmente destinate ai medici, ma in realtà in parte vendute tramite altri canali, con operazioni fatte per ottenere un guadagno economico. Un’operazione illecita scoperta dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Como, coordinata dalla procura del capoluogo, e sfociata oggi nell’ordinanza di custodia cautelare, con la misura degli arresti domiciliari, del presunto responsabile, l’amministratore di una società di Turbigo, nel Milanese.
L’operazione finita nel mirino degli inquirenti riguarda l’importazione di 72mila mascherine Ffp2, che hanno ottenuto lo svincolo dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli dell’aeroporto di Malpensa, perché, secondo la dichiarazione dell’indagato, erano destinate interamente alla Federazione Medici di Medicina Generale. In realtà, secondo quanto accertato dagli inquirenti, almeno 12mila pezzi sono stati venduti direttamente dall’importatore, che avrebbe così violato le norme stabilite per l’emergenza sanitaria. L’importatore avrebbe quindi presentato una dichiarazione falsa per ottenere lo svincolo diretto del carico.
Ottenuto il via libera, l’indagato avrebbe portato poi 10mila mascherine in un capannone di Turbigo per la vendita diretta e avrebbe consegnato ulteriori 2mila mascherine a una società che le avrebbe utilizzate per campagne pubblicitarie.
L’indagato, secondo quanto accertato dalla procura di Como, avrebbe già effettuato in precedenza un intervento simile per l’importazione di altre 550mila mascherine e si era già impegnato per un’ulteriore fornitura, ufficialmente per un ente regionale.
“Il mio sincero apprezzamento – dice il procuratore della Repubblica di Como Nicola Piacente – per il grande sforzo investigativo e organizzativo, nonostante l’attuale emergenza sanitaria, della guardia di finanza nello svolgimento delle indagini, nell’esecuzione del provvedimento cautelare e nell’assicurare puntuale adempimento alle deleghe di questa autorità giudiziaria”.