“Consapevoli della delicata situazione esistente, nel pieno rispetto delle normative anti Covid attualmente in vigore, vi chiediamo di valutare un piano per la riapertura dei valichi secondari tra Canton Ticino e regione Lombardia, che faccia convergere il diritto alla salute pubblica con quello al lavoro”.
E’ l’appello rivolto dall’ufficio della presidenza del consiglio regionale della Lombardia al presidente Claudio Franscella e ai componenti dell’ufficio presidenziale del Gran Consiglio del Canton Ticino per far fronte alle difficoltà che stanno vivendo i frontalieri. Molti sono tornati al lavoro ma, con i valichi minori chiusi e la possibilità di oltrepassare il confine solo dalle dogane principali, sono costretti quotidianamente a percorrere tragitti più lunghi e ad affrontare le code alla frontiera per i controlli.
La lettera, inviata oggi, è un’iniziativa del presidente del consiglio regionale Alessandro Fermi e dalla vice Francesca Brianza. Già il 21 aprile scorso era stata approvata una risoluzione che sollecitava provvedimenti per tutelare i frontalieri in questa fase segnata dall’emergenza sanitaria.
“In virtù dei positivi rapporti di lavoro e delle numerose occasioni di collaborazione transfrontaliera – si legge nella lettera partita da Milano – desideriamo portare alla vostra attenzione la delicata situazione che si sta verificando in questi giorni lungo le tratte stradali a ridosso dei confini italo-svizzeri. Una conseguenza della riapertura di molteplici attività economiche sul vostro territorio. A fronte della chiusura dei valichi secondari, i frontalieri, che ogni giorno superano i confini attraverso le dogane rimaste aperte, sono costretti ad affrontare lunghissime code. Una situazione che comporta notevoli disagi non solo per gli automobilisti in transito, ma anche per i residenti dei Comuni di frontiera interessati dal passaggio dei mezzi”.
Fermi e Brianza chiedono “un incontro tra le istituzioni lombarde e ticinesi per trovare soluzioni utili e condivise”.