“Siamo sulla via giusta e siamo indirizzati verso una graduale uscita da questa situazione incredibile ed è merito di come lombardi hanno rispettato le restrizioni. Lo stesso impegno si dovrà avere nella fase della ripresa delle attività. Dovremo tenere comportamenti fondamentali per fare in modo che il contagio non riprenda”.
Il presidente della Lombardia Attilio Fontana ha presentato i dati aggiornati dell’epidemia in regione. Il numero dei tamponi processati, che ieri era limitato, è tornato a oltre 8.500 e i nuovi casi accertati sono 869, per un totale di lombardi certamente infettati dal virus sono 74.348. Confermato il trend positivo legato alla diminuzione dei ricoveri, con 655 pazienti in terapia intensiva – un calo di ulteriori 25 – e 7.280 ricoverati in totale, pari a 245 in meno rispetto a ieri. Sostanzialmente invariato il numero delle vittime, 126 nelle ultime 24 ore e un totale di 13.575. Un migliaio invece i dimessi.
A Como, il totale dei pazienti positivi dall’inizio dell’epidemia è di 3.154, con una crescita di ulteriori 78 casi. Negli ultimi giorni, l’attenzione è concentrata in particolare sui controlli a tappeto sugli ospiti delle case di riposo e sul personale sanitario.
SUL NUOVO DPCM E SCELTE CONSEGUENTI: PICCOLE SITUAZIONI DI FINTE APERTURE
La mia compagna e io (di Como e Milano) non avendo la stessa residenza e non avendoci i governanti lasciato il tempo necessario per organizzarci, siamo stati separati per mesi per un decreto che ora non risolve le cose. E’ ottimo per coloro cui serve una scusa per mollare la fidanzata, ma per il resto fino ad oggi hanno rovinato coppie e famiglie. E ora dicono che ci si può vedere come “congiunti”. Certo, a distanza giusto per un saluto perché abbiamo avuto vite separate e non abbiamo diritto di sapere se io (o lei) si sia sani o meno. Siamo tutti dei fantasmi che vagano spogliati dei propri diritti: ci è impedito anche di pagare o fare tamponi da noi e conoscere il nostro stato di salute. Quindi nella fase 2 resteremo comunque dei carcerati, separati da tutti anche quando avranno riaperto l’intero Paese. Però mi chiedo: se mi fermeranno le forze dell’ordine mentre starò andando a trovare la fidanzata, dovrò dare il telefono della mia ragazza al poliziotto perché verifichi? E come verifica: chiede dei miei nei intimi?
Nella fase 2 non vedo le diversità: uscire uscivano in molti anche prima visto si poteva se vicini a casa, e i parenti li si aiutava portando loro il necessario o, come hanno fatto in molti in città, si vedevano a dei giardinetti stabiliti.
Si dice che si può viaggiare nella stessa regione ma poi si esclude si possa andare nelle seconde case. Nel frattempo asseriscono che non si possono lasciar decadere gli orti: certo, son più importanti, anche come valore, siepi, giardini e zucchine che non tetti, mura finestre! Bene, allora sospendano il pagamento di tasse, specie se maggiorate, visto che comunque TARI, IMU ecc ecc sono richieste e pagate benché le case siano rimaste inutilizzate non per nostra scelta ma perché come requisite.. Molti hanno seconde case (che poi per alcuni sarebbero in realtà prima e unica casa anche se una bettola!) in località sperdute dove sarebbero certo più sicuri che non in città. Inoltre in alcuni luoghi di campagna ha nevicato, ad esempio, però non si può verificare se tutto vada bene visto che ad esempio non tutti hanno potuto chiudere le tubature. Dicevano che per casi simili , tipo tubature scoppiate o altri danni, si sarebbe potuto andare e intervenire sul guasto. Ma se non vado a verificare cosa ne so se le strutture sono ancora integre? L’autocertificazione non lo menziona, le forze dell’ordine ancora meno lo accetterebbero. Attendo che dal fondo valle individuino una cascata che li travolge e mi avvisino? E se scoprirò effettivamente danni, domani, a chi li addosserò o chiederò il rimborso? Che dicono le varie associazioni di settore, in assenza di una norma esplicita e dopo che l’unico decreto che parlava del divieto citasse solo giorni festivi e prefestivi, ad esempio? Sempre e solo tante contraddizioni. Solo tanti “ni”.
La quasi riapertura vale allora solo per alcune attività economiche e runner! E in Lombardia potrò andare al mercato all’aperto, forse in chiesa ma non stare chiuso nella mia seconda casa. Tra l’altro se da un lato un’impresa è effettivamente in grado di riattivarsi in tutta sicurezza, dall’altro alcune televisioni mostrano come alcuni, si spera pochissimi, commercianti spesso non adottino o fatichino nella pratica a farlo, tutte le cautele del caso imposte. MA in questo siamo solo agli inizi e quindi impossibile discuterne come vorrebbero forse certi programmi. Occorre dar un certo tempo a ognuno affinché si adatti, sperimenti e adegui nel migliore dei modi a quanto richiesto per ogni specifico caso.
A me sembra che ultimamente esistano ben pochi diritti in Italia, essendo compresso paradossalmente anche quello alla salute trovandoci senza cure degne di tal nome (ci si visita tramite telefono o pc, ormai) e nemmeno degna sepoltura, fino a ieri. Cambierà almeno ciò? Non si sa. Il tutto da parte chi si dice religioso….. Qui c’è la gara tra politici a mostrare chi è più religioso tra tutti, è la nuova moda televisiva, ma forse il loro credo non è quello cattolico!
In ogni caso si è partiti male con fretta, panico e confusione, senza distinguo o valutazioni ponderate su possibili situazioni migliori e alternative (quale ad esempio, a suo tempo, concedere alle persone almeno 24 ore per decidere come svolgere la propria quarantena in modo organizzato e affrontabile) e quindi ora quella confusione creata permarrà e ce la tireremo dietro fino alla fine del virus! Tutti troppo impegnati a dare dal mattino alla sera tanti numeri che a volte, per come vengon comunicati, a loro volta dicono ben poco. Bravi Ministri, bravi molti sindaci,brava regione Lombardia. Capisco che ormai il vostro luogo di ritrovo, informazione, comunicazione e dialogo sia quel sottobosco di minoranza quale facebook, però quando è troppo è troppo! E il resto, la maggior parte del popolo, lo sa. Il parlamento no visto che, nonostante abbiano riaperto le fabbriche, ha scelto di rimanere in esilio o lavorare in smart working.
P.s: a proposito di religione, vorrei suggerire una soluzione per le parrocchie. Invece di ribellarsi come ha fatto la CEI. visto che ora la meteo è favorevole e molte chiese hanno vicino oratori, campi, hanno al loro interno spazi all’aperto e aree per lo sport, perché non celebrare la messa appunto in questi luoghi ampi e areati e venire incontro a chi vorrebbe partecipare alle celebrazioni?