L’apertura di scuole e università è rinviata a settembre, ma anche per allora, è prevedibile la necessità di osservare alcune regole per la sicurezza e la tutela della salute, come la distanza tra uno studente e l’altro.
Ma come potranno organizzarsi, in particolare quegli atenei che necessitano di attività pratiche come le attività di studio in laboratorio?
“Mentre per materie teoriche le lezioni continua e potranno continuare anche attraverso il web, dobbiamo immaginare di partecipare ai laboratori con un numero ridotto di studenti per mantenere le distanze di sicurezza, e questo sarà possibile solo suddividendo le classi in diverse turnazioni, frazionate lungo la settimana”
Spiega Stefano Serra Capizzano, Pro rettore vicario all’Università dell’Insubria, che registra nell’area scientifica e tecnlogica di Como, 150 matricole iscritte al corso di laurea in Chimica, circa 50 in fisica, 100 a informatica, dove sono 200 invece gli iscritti a Varese, che conta altrettante matricole a biologia.
“In base alla dimensione di classi e laboratori –spiega il Pro rettore- potranno accedere alle lezioni dai 15 ai 20 ragazzi per gruppo; mentre in merito ai ritardi causati dallo stop imposto dalla pandemia in questo semestre, l’ateneo sta valutando la possibilità di recupero nel semestre prossimo”.
L’Università, spiega Serra Capizzano, sta cercando di rispondere al meglio all’emergenza in corso, in particolare in aiuto degli studenti, anche attraverso delle agevolazioni economiche su tasse e rette, e per chi si trova in gravi difficoltà, abbiamo predisposto un fondo d’emergenza.