La ripartenza si avvicina e numerose attività si stanno attrezzando per ricominciare nel modo più sicuro possibile. Manca poco al 4 maggio in molti si chiedono però se le misure allo studio in queste ore da parte del Governo per riaprire l’Italia, possano essere forse troppo anticipate in un territorio come quello lombardo.
Così la pensano Davide Tosi, ricercatore dell’Università dell’Insubria, esperto di Big Data e professore aggiunto all’Università Bocconi di Milano e il professor Domenico Cavallo, docente dell’Insubria, ordinario di Tossicologia Ambientale. Entrambi sostenitori della necessità di avviare una ripresa graduale e fermi nel sottolineare come attendere ancora alcune settimane, spingendosi più a ridosso di fine maggio, avrebbe garantito un doppio effetto: avere dati medici ancora più significativi sulla diffusione del contagio e di conseguenza poter programmare un’apertura più articolata.
«Non mi sembra francamente una data così esente da rischi – esordisce Domenico Cavallo – La curva dei contagi non è ancora tale, soprattutto in Lombardia, da consentire una ripresa come quella ipotizzata, seppur ancora gli elementi del piano non siano noti nel dettaglio. Qualcosa a breve deve essere smosso – aggiunge – questo è necessario anche perchè non è più pensabile di poter confinare le persone in casa. Ma ci vuole maggior gradualità e ovviamente un rigoroso elenco di comportamenti da adottare. Comunque sarebbe stato meglio – conclude il docente dell’Insubria – spostare più avanti nel tempo la ripresa. Non di mesi ovviamente ma di qualche settimana». «Riaprire la gran parte delle attività già il prossimo 4 maggio potrebbe essere azzardato. I dati dicono che il rischio di una seconda ondata di virus potrebbe essere concreto – interviene Davide Tosi – Meglio prolungare di altri 15 giorni la chiusura. Nelle mie analisi precedenti avevo detto che per la fine del mese di aprile si sarebbe arrivati vicini alla soglia del contagio zero e poi che sarebbero stati necessari altri due cicli di sviluppo del contagio, circa 25 giorni, per ottenere un margine di sicurezza tale da permettere una riapertura sempre graduale. Quindi facendo due calcoli si arriverebbe al periodo tra metà e fine maggio» chiude Tosi.