Il Ticino allenta la presa già a partire da questa settimana e riparte con diverse attività, ma molti valichi restano chiusi. Dal prossimo 27 aprile la riapertura riguarderà non solo cantieri e aziende, ma anche centri commerciali del fai da te e del giardinaggio, le strutture che offrono servizi alla persona come parrucchieri e centri estetici. Si potrà ripartire naturalmente soltanto se si sarà in grado di garantire le disposizioni di sicurezza. Con tanti valichi chiusi, però, i disagi per i frontalieri si moltiplicano. A far sentire la loro voce sono i residenti della Valle Intelvi, attraverso il consigliere provinciale e sindaco di Centro Valle Intelvi Mario Pozzi. “Il valico della Valmara chiuso è un grosso problema per i frontalieri della Valle – spiega Pozzi – Parliamo di circa 1.200 lavoratori. Il 60 per cento di loro ha ricominciato a recarsi sul posto di lavoro in Svizzera da questo lunedì o mercoledì e ha dovuto affrontare lunghe code, sia all’andata che al ritorno”. Con il valico della Valmara chiuso, infatti, i frontalieri provenienti dalla Valle Intelvi sono costretti a passare da Porlezza, incontrando molto traffico. “I controlli si sono allentati rispetto all’inizio – spiega Pozzi – ma sono comunque effettuati a campione e con molti valichi chiusi, in quelli aperti le code sono lunghissime. Un disagio ulteriore – dice il sindaco – dopo tutto quello che hanno subito i frontalieri in questo periodo di emergenza”. Il consigliere si appella dunque all’Amministrazione federale delle Dogane. “Giusto riaprire le attività in sicurezza – conclude Pozzi – ma è necessario riaprire di pari passo anche i valichi, altrimenti diventa un grosso problema”.