Da oggi, in Canton Ticino, sono al lavoro almeno 22.000/23.000 frontalieri delle province di Como, Varese e Verbania. Il dato, dell’osservatorio del sindacato svizzero Ocst, è in ribasso e non valuta quante aziende hanno ottenuto la deroga per poter lavorare a pieno regime con il 100% del personale, e non solo il 50% permesso da oggi.
Rispetto alla scorsa settimana dunque, almeno 10.000 frontalieri questa mattina, hanno ripreso l’attività in Canton Ticino, addetti per lo più, nel settore edile e nelle attività produttive, che opereranno sotto il controllo dello Stato Maggiore Cantonale di Condotta (SMCC), impegnato a sorvegliare sull’osservanza delle disposizioni di sicurezza sanitaria. Misure allentate quelle previste per il contenimento dei contagi di Covid-19: le autorità infatti hanno previsto per questi settori, la sanificazione degli ambienti, il distanziamento sociale di almeno due metri tra una persona e l’altra –da qui la possibilità di far tornare in servizio metà del personale-, ma in questi settori nessun obbligo di uso di dispositivi di protezione personale come mascherine e guanti.
Una decisione quella messa in atto nel cantone, che ha sollevato diverse preoccupazioni: nelle ultime ventiquattro ore i nuovi casi positivi registrati nel mandamento di lingua italiana sono 26. Il numero totale dei contagi – aggiornato dalle autorità cantonali alle 8.00 di questa mattina – è quindi salito a 3.058.
Cresce, purtroppo, anche il numero dei decessi: 7 quelli registrati nelle ultime 24 ore, che portano il totale da inizio pandemia a 288; ma in crescita è anche il numero dei dimessi dalle strutture sanitarie: 5 persone in più sono uscite dagli ospedali, portando il dato complessivo a 621.
In tutta la confederazione i casi positivi al test del coronavirus sono 27.944, i decessi: 1142, su una popolazione di circa 8milioni di abitanti.
andare a lavorare con tanti valichi chiusi e con controlli a tappeto… ore e ore di colonne. l’intelligenza umana .